Viaggio nella città di San Daniele del Friuli, tra storia, cultura e soprattutto gastronomia!
Alla scoperta del Re: il prosciutto San Daniele DOP
Venerdì 10 luglio, si parte. Direzione? San Daniele del Friuli!
San Daniele sorge su una collina nel cuore del Friuli – Venezia Giulia, nel cosiddetto “Anfiteatro Morenico”. Si trova sulle prime alture delle Prealpi, a 252 metri sopra il livello del mare.
Qui si incontrano i venti freddi che scendono dalle Alpi Carniche e la brezza tiepida e salmastra dall’Adriatico. Il corso del fiume Tagliamento lambisce la collina e agisce da termoregolatore naturale.
Questo particolare microclima è perfetto per la stagionatura del nostro Re, il Prosciutto di San Daniele DOP. Venti alpini, brezza marina e giusto grado di umidità: questi gli ingredienti che fanno di San Daniele il luogo perfetto per dare vita a questa eccellenza italiana.
Visita guidata al prosciuttificio
L’unicità del Prosciutto di San Daniele non è data solo dal clima ma soprattutto dalle persone.
Dietro ad ogni fetta che gustiamo c’è la passione e il lavoro di mastri prosciuttai che tramandano questa antica arte da generazione in generazione. Sono 31 le aziende che aderiscono al Consorzio e che ne seguono il disciplinare.
Facciamo visita a uno dei prosciuttifici artigianali.
Indovinate un po’ la prima cosa che mi ha colpito? La semplicità e la genuinità del proprietario, i gesti ed attenzioni che ti fanno proprio pensare a casa, famiglia. Si respira cura, attenzione e tradizione. Oltre che un eccezionale e dolcissimo profumo: appena varchi quella porta non puoi non seguire la scia!
Ci vengono quindi illustrate le fasi di lavorazione del Prosciutto San Daniele DOP:
- raffreddamento e rifilatura per favorire la perdita di umidità e conferire alle cosce di maiale la tradizionale forma;
- salatura che avviene dopo le prime 24-48 ore. Le cosce vengono coperte di sale e vi rimangono per un numero di giorni pari ai chilogrammi di peso;
- pressatura che è tipica ed esclusiva del San Daniele, permette al sale di penetrare meglio e di dare una consistenza compatta alla carne. Le cosce salate rimangono a riposo in apposite sale fino al quarto mese dall’inizio della lavorazione;
- lavaggio e asciugamento;
- sugnatura che prevede l’applicazione di un impasto (sugna) a base di farina di riso e grasso, sulla porzione di coscia non coperta dalla cotenna;
- stagionatura che deve prolungarsi fino a 13 mesi dall’inizio della lavorazione.
Durante la stagionatura vengono effettuati dei controlli periodici, tra cui la puntatura con l’osso di cavallo e la battitura (percussione della cotenna) che monitorano l’evoluzione del prodotto.
Dopo questo lungo procedimento avviene la marchiatura che certifica la rispondenza dei prosciutti ai requisiti prescritti dal Disciplinare.
La Degustazione
Dopo aver ascoltato e visto cotanta bellezza, l’assaggio è doveroso!
E fra una chiacchiera ed una fetta di prosciutto, scopro due elementi fondamentali per la degustazione ottimale del prodotto: il calore e la catena del freddo.
La temperatura gioca un ruolo fondamentale! Qual è il miglior modo per consumare il Prosciutto San Daniele DOP? Appena affettato! Credetemi, una fetta appena tagliata al coltello è così morbida, che si scioglie in bocca! L’eccessivo calore potrebbe alterare il sapore di questa primizia che va gustato fresco.
Per tutte queste ragioni è fondamentale non interrompere la catena del freddo. Se la vaschetta di prosciutto viene riposta nel banco frigo del supermercato, un motivo c’è ?
Tra storia e cultura
San Daniele del Friuli non è noto solo per il suo Re ma è anche culla di storia e cultura.
La giornata prosegue con un piccolo tour guidato alla scoperta delle sue meraviglie.
Sapevate che una copia dell’Inferno dantesco del 1300 è conservata proprio qui? La Biblioteca Guarneriana ne è la custode, insieme a manoscritti e tesori di ogni epoca!
Il Duomo e la Torre Campanaria del 1538 sono a testimonianza di antiche rivalità cittadine. Uno dei simboli della città è sicuramente il Portonat, la porta che dà su Gemona, progettata nel 1579 da Andrea Palladio. Aggirandosi tra le vie del grazioso comune, ci si imbatte anche nella chiesa di Sant’Antonio Abate, definita “la Sistina del Friuli”.
Infine, il parco adiacente al Castello, regala una vista mozzafiato sui colli friulani. Bellezza che lascia il segno. Ancora non vi ho convinto a visitare questa splendida città?
Vi ricordate che ricetta avevo creato con il Prosciutto di San Daniele? Cliccate sulla foto!
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